
Facciamo il punto!
Gli ALIMENTI FUNZIONALI per definizione sono alimenti arricchiti o addizionati di componenti biologicamente attivi potenzialmente in grado di ottimizzare il benessere fisico e mentale. Secondo il FUFOSE un alimento può essere definito funzionale se è stata adeguatamente dimostrata la sua capacità di modificare in maniera benefica una o più funzioni fisiologiche del corpo umano. Deve inoltre presentarsi sotto forma di un vero alimento e deve poter esercitare i suoi effetti in quantità che possono essere consumate nella dieta.
Essi si dividono in convenzionali e modificati.
- alla prima categoria appartengono i cereali integrali, la frutta secca, la soia, i pomodori, alimenti in cui le componenti fisiologicamente attive (ad esempio fibre, β-carotene, licopene, etc..)sono già naturalmente presenti nell’alimento.
- nella seconda categoria invece, rientrano i prodotti per i quali la tecnologia: arricchisce o addiziona uno o più componenti beenfici (es. fibre, prebiotici, vitamine, etc..), o rimuove dall’alimento uno o più componenti con effetti negativi(es. proteine allergizzanti, alcol, etc..), o miglioranti la biodisponibilità di molecole con effetti benefici (es. la pre-fermentazione della farina di frumento integrale alla quale consegue la biodisponibilità dell’acido ferulico).
Dopo una breve introduzione ricordo che in seguito al crescente interesse per gli alimenti funzionali e gli health claims, l’Unione Europea ha realizzato, tramite la Commissione Europea FUFOSE, un programma per elaborare un approccio scientificamente fondato sulle evidenze a sostegno dello sviluppo degli alimenti funzionali. In seguito grazie al progetto PASSCLAIM sono stati stabiliti SEI criteri comuni per valutare la fondatezza scientifica di questi health claims.
Diversi sono invece, i cosiddetti NUTRACEUTICI: il termine nasce dalla crasi fra Nutrizione e Farmaceutica, i quali sono nutrienti e/o composti bioattivi presenti talora in alcuni alimenti, spesso di origine vegetale o microbica, con possibili effetti sulla salute dell’uomo, se assunti in quantità nettamente superiore a quella presente negli alimenti stessi e che, quindi, devono essere addizionati a questi ultimi e/o assunti soto forma di integratori alimentari. Le categorie principali sono:
- principi attivi isolati (estratti)
- preparati a base di piante officinali
- integratori alimentari
- integratori erboristici
ed i criteri maggiormente utilizzati sono due: classe chimica di appartenenza, e potenziale meccanismo d’azione.
In conclusione, la differenza sostanziale fra i due risulta essere la modalità di somministrazione che nel primo caso risulta essere rappresentata da un alimento, anche se modificato, nel secondo caso ha la forma di un preparato farmaceutico; inoltre può essere diversa anche la concentrazione del componente bioattivo e veicolato.