Per nutrizione clinica si intende correttamente quella serie di interventi destinati non esclusivamente alla prevenzione primaria o addiritura alla prescrizione di ipotetiche diete ideali; ma agli adattamenti necessari per fronteggiare i più diversi stati morbosi mediante opportune modifiche del regime dietetico cosiddetto normale o con il sussidio di formulazioni dietetiche e/o di nutrienti appositamente selezionati.
Questa scienza abbraccia quindi tutto lo scindibile di una dietoterapia rivolta non più alle affezioni morbose ma al singolo paziente: siamo di fronte quindi ad una realtà in cui possiamo far prevenzione primaria, secondaria (con uno screening tempestivo), e laddove vi sia una patologia è possibile prevenirne eventuali complicanze amplificate certamente dal persistere di un errato comportamento alimentare.
Questo ci permetterà dunque, di lavorare sulla salute pubblica e tentare di migliorare la qualità della vita, non solo la quantità.
Il tutto naturalmente potrà essere realizzato solo con un lavoro approfondito e continuo nella valutazione delle oscillazioni della singola situazione metabolica e del SINGOLO paziente, con continui colloqui esplicativi del nutrizionista e/o del medico con il paziente, sia esso privo di patologie o patologico.
Sapere e conoscere più aspetti psico-fisici del paziente mi ha permesso di aiutarlo a raggiungere uno Stato di benessere complessivo; e come dico sempre un Vostro GRAZIE è una mia vittoria!...
Pertanto di seguito vi elenco i campi applicativi in cui la nutrizione può svolgere un ruolo significativo:
- Patologie dell’esofago: esofagite, reflusso, stenosi
- Patologie dello stomaco: gastrite cronica e acuta, ulcera, restrizione gastrica, dumping syndrome
- Patologie e malattie infiammatorie dell’intestino, neoplasie intestinali, enterostomie
- Sindrome da malassorbimento e dell’intestino corto
- Stipsi, disbiosi, diverticolosi e sindrome dell’intestino irritabile
- Patologie epatiche
- Patologie e malattie infiammatorie del pancreas
- Patologie renali: insufficienza renale e acuta, iperuricemia (es.gotta)
- Sindrome nefrosica-emodialsi-ialisi peritoneale
- Calcolosi renale (litiasi)
- Nutrizione nel paziente neoplastico-oncologico: anche in trattamento chemioterapico
- Diabete-ipoglicemie
- Patologie asse ipotalamo-ipofisi-tiroide
- La sindrome metabolica
- L’obesità
- Nel trattamento di pazienti bariatrici
- Osteoporosi
- Nelle dislipidemie: aterosclerosi, ipercolesterolemia, ipertrigliceridemia..
- Pazienti cardiopatici: ipertesi, con pregresso infarto miocardico, coronaropatie, insufficienza cardiaca, con patologie vascolari periferiche (edemi..), patologie linfatiche (linfedemi)..
- Patologie a carico dell’apparato respiratorio: insufficienza respiratoria, riniti allergiche, fibrosi cistica..
- Nelle patologie autoimmuni: lupus eritematoso sistemico (LES), Tiroiditi, artrite reumatoide, celiachia( gluten sensibility..)
- Nel tratamento di pazienti con allergie e intolleranze alimentari: intolleranza al lattosio, al fruttosio
- Nel riassetto del Microbiota intestinale
- Nel trattamento della cefalea e disturbi cognitivi
- Patologie neurologiche evolutive e neurodegenerative
Concludendo in condizioni patologiche e non, è fondamentale e risulta essere di interesse crescente nella comunità scientifica, l’interazione fra dieta e geni nella etiologia delle malattie complesse.
Dunque, grazie alla sinergia tra un lavoro personalizzato e l’utilizzo di nuove branche della genetica ove, vi è l’analisi dell’effetto delle variazioni genetiche sull’interazione fra dieta e specifici fenotici con l’obiettivo di valutare i rischi e i benefici per l’individuo; e ove si studia l’effetto dei nutrienti sul genoma, proteoma e metaboloma, definite rispettivamente la "nutrigenetica" e la "nutrigenomica " si realizza un lavoro di compliance acquisendo conoscenze alimentari, e potendo così modificare le abitudini alimentari del paziente.